Le friulane nascono come scarpe della quotidianità, profondamente legate alla vita domestica e al lavoro delle donne del Friuli.
Non erano pensate per la moda, ma per rispondere a bisogni concreti: comodità, leggerezza, silenziosità.
In origine venivano realizzate interamente a mano, spesso in casa, utilizzando materiali disponibili o di recupero: velluti, stoffe avanzate, tessuti resistenti. Nulla veniva sprecato. Ogni elemento aveva valore.
La caratteristica più riconoscibile era la suola flessibile, tradizionalmente ottenuta da gomma riciclata, che rendeva la scarpa resistente ma morbida, adatta all’uso quotidiano. Una soluzione semplice e intelligente, nata molto prima che si parlasse di sostenibilità.
Con il tempo, le friulane uscirono dall’ambito domestico e trovarono spazio anche altrove.
Divennero popolari a Venezia, dove i gondolieri le adottarono per la loro suola silenziosa e antiscivolo, ideale per muoversi sulle imbarcazioni. Da lì, conquistarono anche l’attenzione dei nobili veneziani e milanesi, che le scelsero come pantofole eleganti, trasformandole da umili scarpe della domenica in un simbolo di eleganza artigianale.
Oggi le babine friulane vengono reinterpretate in chiave contemporanea, mantenendo intatta la loro identità:
linee essenziali, materiali selezionati, lavorazioni accurate. Ogni paio conserva la memoria della tradizione, ma si adatta a uno stile attuale, quotidiano, consapevole.
Sono speciali perché non nascono per seguire una tendenza.
La babina non è una semplice riedizione del passato, ma una scelta consapevole di stile, fedele all’origine e aperta al presente
Scegliere una babina significa scegliere una scarpa artigianale italiana, fatta con cura, pensata per accompagnare il tempo e non inseguirlo.

